DIRETTIVA EUROPEA CASE GREEN
COSA PREVEDE LA DIRETTIVA UE, MUTUI GREEN E COME AUMENTARE LA CLASSE ENERGETICA DI UNA CASA
Nessuno vuole espropriarti la casa per mancata ristrutturazione, così come non è vero che non si possono più vendere e affittare gli immobili non efficientati dal punto di vista energetico. Calma, non resteremo tutti al “Green”.
Nonostante le polemiche che continuano a imperversare su più fronti la recentissima approvazione della Direttiva sulle Case Green da parte del Parlamento Europeo resta… una direttiva.
Con importanti implicazioni, certamente. Ma l’aspetto più importante da sottolineare è che i propositi iniziali (molto integralisti e prescrittivi) hanno portato, dopo lunghe trattative, a numerose modifiche del testo originario per aggiungere il cosiddetto Green Deal.
In sostanza, si tratta di una Direttiva Europea come ce ne sono già state altre in passato. Una Direttiva che ci dà dei risultati da raggiungere.
Con ogni Stato membro della Unione Europea, tra cui ovviamente anche l’Italia, che dovrà decidere come raggiungere gli obiettivi di risparmio energetico sul patrimonio immobiliare, anche con incentivi e semplificazioni. Il target? Contrastare la povertà energetica e le emissioni.
Ma facciamo un passo indietro, prima di andare avanti con l’attualità.
Direttiva Case Green: ok definitivo, ecco cosa prevede
Secondo le valutazioni fatte dalla Commissione Europea gli edifici sono responsabili del 40% dei consumi energetici e del 36% delle emissioni di gas a effetto serra nell’Ue.
Quindi il 15 dicembre 2021 la Commissione ha presentato la sua proposta di revisione della direttiva sulle prestazioni energetiche nell’edilizia, come parte del pacchetto “Pronti per il 55%”, dove la percentuale indicata riguarda l’obiettivo vincolante di riduzione dei gas a effetto serra entro il 2030, come tappa intermedia verso la “neutralità climatica” del 2050.
Ok, ora torniamo all’attualità. La plenaria del Parlamento europeo ha approvato con 370 voti favorevoli, 199 contrari 46 astenuti la Direttiva Europea Case Green (o, più tecnicamente, Energy Performance of Building Directive, EPBD) che adesso dovrà ricevere l’approvazione formale del Consiglio e poi andrà in Gazzetta Ufficiale per entrare in vigore.
Impatto della Direttiva Case Green sul Mercato Immobiliare Italiano
Gli obiettivi da raggiungere sono un piano di ristrutturazioni per gli edifici residenziali, a partire da quelli meno performanti. Stop agli incentivi per le caldaie alimentate solo a metano. Più peso ai sistemi ibridi, come quelli che combinano caldaie e pompe di calore, e all’elettrificazione. E regole più stringenti per gli edifici nuovi e l’installazione di impianti solari.
Nel 2050 zero emissioni
La novità più importante del testo riguarda le ristrutturazioni. Ogni Stato membro dovrà adottare un piano nazionale che preveda la riduzione progressiva del consumo di energia degli edifici residenziali: l’obiettivo è un taglio del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035. Entro il 2050 il parco residenziale dovrà essere a zero emissioni. Ogni Stato potrà decidere su quali edifici concentrarsi. L’unico vincolo sarà garantire che almeno il 55% della riduzione del consumo medio di energia primaria sia ottenuto attraverso la ristrutturazione degli edifici con le peggiori prestazioni, ovvero quelli più energivori.
Dal 2040 stop ai combustibili fossili e più spazio agli ibridi
Al target del 2040 le caldaie a metano dovranno essere totalmente eliminate, anche se la scadenza non viene intesa come un termine stringente, ma più come un obiettivo verso il quale tendere, con qualche possibilità di ritardi. Potrebbero invece essere ammessi alle agevolazioni tutti gli impianti in grado di funzionare con gas verdi (come il biometano o l’idrogeno verde).
Nessuno dubbio, invece, sugli apparecchi ibridi, come quelli che mettono insieme caldaie e pompe di calore, controllate da una centralina unica. Saranno centrali per il nuovo sistema di
agevolazioni. Così come sarà decisiva l’elettrificazione dei riscaldamenti e l’utilizzo delle pompe di calore, che la direttiva cita in più passaggi. Ad esempio, questa tecnologia sarà fondamentale per consentire l’impiego di energie rinnovabili nei nuovi edifici a zero emissioni.
Criticità della Direttiva Case Green
Quello della Direttiva sulle Case Green, nonostante le modifiche, rimane un testo dagli obiettivi finali ben difficilmente realizzabili, ovvero emissioni zero nel 2050.
Soprattutto in Italia, visto che siamo stati decisamente meno virtuosi rispetto ad altri Paesi. Un problema che viene da lontano e che continuiamo a portarci dietro senza soluzione di continuità.
A proposito, casa tua in che classe è?
Il nostro Governo, infatti, deve fare i conti con una realtà ben diversa da quella del resto della Ue. Le specificità del nostro patrimonio immobiliare sono note, così come quelle di chi lo
detiene (piccoli proprietari, spesso in condominio).
Sicuramente occorre pensare ad una distribuzione equilibrata degli interventi e ad adeguate misure economiche e fiscali di sostegno. Soprattutto a seguito del recentissimo stop a sconto in
fattura e cessione del credito approvato dal Consiglio dei Ministri nella seduta del 26 marzo 2024. Il tutto, senza dimenticare che il nostro territorio ha una priorità che a Bruxelles non scalda i cuori quanto il Green: quella del miglioramento sismico degli edifici.
Quanto costa cambiare la caldaia a gas?
Scenari Immobiliari stima un costo tra i 20mila e i 55mila euro a seconda del tipo di edificio e per il Codacons si sale fino a 60mila euro. Dal 2040, poi, secondo la direttiva, non si potranno più installare caldaie a gas e gli Stati non potranno più finanziarle con aiuti dal 2025. L’associazione dei consumatori stima così che per la sostituzione della caldaia con un modello di nuova generazione, la spesa può arrivare a 16mila euro.
Bonus caldaia, tutti gli aiuti che si possono sfruttare
Sia in condominio che nelle singole unità immobiliari (case unifamiliari o appartamenti), la sostituzione della caldaia può essere agevolata con l’Ecobonus e l’aliquota varia a seconda dei
componenti che vengono installati e dei risultati raggiunti in termini di miglioramento energetico.
È possibile ottenere una agevolazione del 50% delle spese per l’installazione di una caldaia a condensazione che abbia efficienza media stagionale e che appartenga almeno alla classe energetica
Oppure, si può godere di una agevolazione del 65% delle spese nel caso in cui la caldaia venga sostituita con un modello in classe A o superiore a condensazione, oltre all’installazione di strumenti evoluti di termoregolazione.
Mutui Green per comprare casa, per ristrutturare o per costruzioni in Bioedilizia
Il Mutuo Green è un finanziamento a condizioni agevolate destinato ad assicurare un miglioramento dell’efficienza energetica dell’abitazione di almeno il 30%.
I Mutui Green per chi vuole comprare casa finanziano l’acquisto di un’abitazione ad alta efficienza energetica (classi energetiche A o B). Questi finanziamenti usufruiscono di condizioni di favore come, ad esempio, una riduzione dei tassi di interesse applicati.
Sono proposti sia a tasso fisso sia a tasso variabile, con piani di rimborso di durata variabile, a seconda della banca.
Sempre in base all’offerta delle singole banche i mutui green possono finanziare dall’80% sino al 100% del valore dell’immobile.
Alcuni istituti di credito abbinano al mutuo un finanziamento extra a copertura delle spese sostenute per i lavori di riqualificazione. Come ad esempio, l’accrescimento dell’isolamento termico, l’installazione di sistemi per la produzione di energia pulita o di impianti di riscaldamento ad alta efficienza.
I Mutui Green per ristrutturazione, invece, sono mutui a tasso fisso o variabile concessi a condizioni vantaggiose per coprire, in tutto o in parte, le spese legate ai lavori di ristrutturazione finalizzati al miglioramento dell’efficienza energetica dell’abitazione di almeno il 30% a salire.
Infine, diverse banche offrono anche Mutui Costruzione Bioedilizia, cioè per realizzare case green a basso impatto ambientale, previa presentazione delle certificazioni necessarie ad attestare l’eco sostenibilità degli immobili.
L’erogazione avviene normalmente a stato avanzamento dei lavori, cioè in più tranche, e l’importo finanziato varia generalmente dal 70% sino al 90% del valore dell’immobile. Questi mutui, a tasso fisso o variabile, hanno una durata quasi sempre fino a 30 anni.
1. Perderò la mia casa se non la ristrutturo?
No, la direttiva non implica espropriazione per mancanza di ristrutturazione. Tuttavia, è incoraggiato adeguare le abitazioni agli standard previsti per migliorare l’efficienza energetica e ridurre l’impatto ambientale. Incentivi e supporti finanziari sono previsti per facilitare questo processo.
2. Posso ancora vendere o affittare la mia proprietà se non è efficiente dal punto di vista energetico?
Sì, è ancora possibile vendere o affittare proprietà meno efficienti dal punto di vista energetico. Tuttavia, a lungo termine, potrebbero esserci delle restrizioni o degli obblighi di miglioramento energetico per mantenere l’attrattività e il valore della proprietà sul mercato.
3. Quali sono gli aiuti finanziari disponibili per le ristrutturazioni?
Gli aiuti finanziari includono incentivi fiscali, ecobonus e mutui verdi. Questi strumenti sono pensati per ridurre il carico economico delle ristrutturazioni e incentivare i proprietari a
investire in soluzioni più sostenibili.
4. Come influenzerà la direttiva i nuovi edifici?
I nuovi edifici dovranno aderire a standard più rigorosi di efficienza energetica e sostenibilità ambientale. Ciò include l’utilizzo di materiali da costruzione sostenibili, l’integrazione di tecnologie per l’energia rinnovabile, e il rispetto di criteri di progettazione che minimizzino il consumo energetico.
5. È vero che le caldaie a gas saranno vietate?
Dal 2025, gli incentivi per le caldaie alimentate esclusivamente a gas metano saranno eliminati, promuovendo la transizione verso sistemi ibridi o completamente rinnovabili. Questo non significa un divieto immediato, ma un graduale allontanamento da fonti energetiche meno sostenibili.
6. Come posso sapere se la mia casa è efficiente dal punto di vista energetico?
Puoi richiedere un audit energetico da un professionista certificato. Questa valutazione fornirà dettagli sulle prestazioni energetiche della tua casa e suggerimenti su come migliorarle, incluse stime di costi e ritorni sull’investimento.
7. Cosa succede se non riesco a permettermi le ristrutturazioni necessarie?
Sono disponibili programmi di sovvenzione e finanziamenti a tasso agevolato per assistere i proprietari di casa nella realizzazione di miglioramenti energetici. È importante informarsi presso enti locali o nazionali sulle opportunità di supporto finanziario.
8. Le ristrutturazioni per l’efficienza energetica influenzano il valore della mia proprietà?
Sì, positivamente. Investire in efficienza energetica può aumentare notevolmente il valore di mercato della tua proprietà, oltre a ridurre i costi operativi a lungo termine e migliorare il comfort abitativo.
9. Esistono eccezioni o deroghe alla direttiva per edifici storici o vincolati?
La direttiva prevede che gli Stati membri possano stabilire criteri specifici per edifici protetti o di particolare valore storico o architettonico, che potrebbero non essere soggetti agli stessi
requisiti di efficienza energetica di edifici moderni o non vincolati.
10. Come posso contribuire attivamente alla transizione energetica oltre alle ristrutturazioni?
Oltre alle ristrutturazioni, puoi contribuire utilizzando apparecchiature a basso consumo, privilegiando fonti di energia rinnovabile, e adottando un approccio più sostenibile nel quotidiano, come ridurre gli sprechi energetici e promuovere la mobilità verde.